di Salvo Barbagallo
Il Mediterraneo, quel mare che circonda la Sicilia e che una volta veniva indicato come la “culla della civiltà”, da tempo ha perso le sue vere caratteristiche, quelle di “unire” in pace i Paesi del suo bacino. Ora questo mare è solcato da navi da guerra delle grandi Potenze (e altre?) che si preparano o ipotizzano possibili scontri.
Sin dagli Anni Cinquanta nel Mediterraneo navigano gli agguerriti navigli della Sesta Flotta Usa, fronteggiati dalla Flotta dell’URSS quando si era in pieno clima di “guerra fredda”. In quei periodi, che “caldi” erano pur essendo definiti “freddi”, a Sigonella operava nel pieno delle sue funzioni “antisom”, il 41° Stormo dell’Aeronautica militare Italiana, e gli elicotteri della Marina di stanza a Fontanarossa: a “caccia” di sottomarini (e altro) gli Atlantic Breguet nazionali “vigilavano” 24 ore su 24 ore, monitorando tutto ciò che di “sospetto” poteva esserci sopra e sotto le acque del Mediterraneo. Equipaggi italiani ben addestrati, attrezzature sofisticate e avanzate per l’epoca. Allora la presenza statunitense a Sigonella non era “invasiva”, come lo divenne in seguito: gli USA avevano una Naval Air Facility d’appoggio alla VI Flotta. Poi la NAF si trasformò in NAS, Naval Air Station, con funzioni radicate e stabili sul territorio, del tutto “autonoma” nella sua operatività. Oggi?
Oggi il 41° Stormo è in naftalina, le missioni degli Atlantic Breguet italiani sono principalmente di “ricerca” dei barconi dei migranti/profughi, in supporto alle navi della Marina militare che soccorrono al largo della Libia i disperati che tentano di raggiungere le coste della Sicilia. Sigonella è sempre più ”americana”, i Global Hawks e i Predator USA vanno e vengono senza che si conoscono i loro reali “obbiettivi”.
Nel Mediterraneo ora viene notata una forte presenza di navi da guerra russe e negli ambienti militari (non tanto quelli “italiani”) c’è apprensione. Franco Iacch su Difesa Online informa che Tre navi da guerra russe sono state inviate nel Mediterraneo: due di queste sono equipaggiate con missili da crociera Kalibr NK. Lo scorso 5 ottobre, l’Ammiragliato russo ha ordinato alle corvette classe Buyan-M, Serpukhov e Zelyony Dol, operative con la Flotta del Mar Nero, di salpare da Sebastopoli. 24 ore dopo, anche la corvetta lanciamissili classe Nanuchka III, la Mirazh, ha ricevuto tali ordini. Quest’ultima, nel 2008, affondò una nave georgiana nei pressi della costa dell’Abkhazia. La Serpukhov e la Zelyony Dol si uniranno alla flotta permanente nel Mediterraneo (…) Le due unità classe Buyan-M hanno attraversato il Bosforo il 5 ottobre scorso. Le corvette lanciamissili saranno in posizione di lancio dal Mediterraneo orientale. Con un’autonomia di circa 2.000 km, il supersonico 3M-54 Kalibr può essere imbarcato sui sottomarini e sulle unità da battaglia di piccole dimensioni. Il missile è in grado di trasportare sia una testata convenzionale che nucleare e può essere lanciato anche dai sottomarini classe Varshavyanka, Akula, Lada e Yasen (…) Nel Mediterraneo orientale i russi hanno in attività come unità combattenti la capofila delle fregate lanciamissili classe Admiral Grigorovich, la fregata missilistica classe Krivak II, Pytlivyj e la dragamine Ivan Golubets (…).
Non c’è che dire, ma…
Ma in Sicilia si può stare tranquilli con tutto ciò che avviene (di ignoto) nel Mediterraneo? Certamente, se ci si affida agli USA, se l’Italia “delega” agli USA (come sembra) il “compito” della sicurezza del suo territorio. E infatti (come sembra, ma potremmo essere in grande errore) per l’Italia il compito principale è quello che riguarda i migranti, per il resto (come sembra, ma potremmo essere in grande errore) è “compartecipazione”.
Il Mediterraneo? È il mare di tutti, un mare carico di tensioni che possono esplodere da un momento all’altro. E la Sicilia? Questione di tempo, volente o nolente, sarà coinvolta in conflitti che non le appartengono.